Il vischio è una pianta cespugliosa, sempreverde, simbolo dell’inverno e delle feste natalizie. Insieme alla Stella di Natale, all’Albero di Natale e al pungitopo non può passare inosservato in questo periodo dell’anno per decorare al meglio le nostre abitazioni.
Conosciuto per la tradizione di baciarsi sotto il vischio, in realtà al vischio sono riconducibili tantissime leggende e tradizioni molto antiche. Scopriamo il linguaggio del vischio e tutte le curiosità legate a questa pianta, a partire dalle sue caratteristiche.
Caratteristiche del vischio
Il vischio (o Viscum album) cresce aggrappato in prevalenza a pioppi, tigli, olmi, biancospini, querce, agli alberi da frutto e alle conifere come abeti, pino montano e pino silvestre, sviluppandosi in posizioni alte dell’albero, alla ricerca la luce.
È, infatti, una pianta che si nutre della linfa degli alberi di cui è ospite, tuttavia non è una minaccia per l’albero a cui è attaccata: non impedisce la crescita delle foglie né lo priva di nutrienti essenziali, ma si nutre di ciò che le serve senza compromettere l’equilibrio vitale dell’albero.
Il vischio è una pianta dalla crescita lentissima, che ha bisogno di molto tempo per svilupparsi e riempirsi di foglie e, dopo sei o sette anni, produce le bacche.
Il significato del vischio: simbolo beneaugurante
In ragione delle sue caratteristiche di crescita e vegetazione è considerato primariamente simbolo di vita e tenacia perché cresce in condizioni particolari, non comuni nel mondo delle piante, e, anche se lentamente, cresce caparbio fino a diventare un bel cespuglio rotondo e folto. Non a caso, quando d’inverno i rami dell’albero ospite si spogliano, questo ciuffo rotondo e voluminoso spicca deciso nel panorama della stagione invernale.
Pertanto, nel linguaggio dei fiori è anche un simbolo beneaugurante, auspicio di serenità e di pace, soprattutto per garantire un anno di fortuna e di armonia familiare.
Il suo significato lo rende un regalo ideale per tutte le volte che vogliamo augurare, appunto, serenità e sicurezza, ma anche incoraggiare una persona, per augurarle di superare ogni ostacolo e appoggiarla nelle sue decisioni.
Poiché viene considerato un amuleto contro le disgrazie e gli influssi negativi, si sconsiglia di raccoglierlo dall'albero con le mani e soprattutto con la sinistra: in quanto secondo alcune tradizioni si attirerebbe la malasorte. Una volta lo si faceva cadere colpendolo con un bastone o una freccia e si doveva afferrarne il cespo al volo prima che toccasse terra.
Un altro significato: il vischio come simbolo di amore puro
Secondo una leggenda degli antichi Vichinghi, la dea Frigga (Freya), sposa di Odino, aveva due figli: Baldr (Balder o Baltur) e Loki. Loki era invidioso di Balder, amato da tutti per la sua bontà e la sua bellezza, e decise di ucciderlo. La madre, saputo di questa intenzione, chiese agli elementi del cielo e della terra di non fargli mai alcun male. Solo il vischio però non fu chiamato in causa. Loki lo venne a sapere e usò i rami intrecciati del vischio per creare una freccia appuntita con cui uccise il fratello. Freya, disperata, pianse tutto il suo dolore sul corpo del figlio. A contatto coi rami le sue lacrime divennero tante bacche rotonde di colore bianco perlato che miracolosamente ridiedero la vita a Baldr.
Secondo un’altra leggenda relativa ai Druidi del nord Europa, quando due nemici si incontravano sotto una pianta di vischio erano soliti abbandonare le armi e concedersi una tregua, sancendo il patto con un bacio.
Per queste ragioni la pianta è simbolo di amore puro, che sconfigge la morte e ogni avversità. Per questo, è diffusa l'usanza, originaria dei paesi scandinavi, di salutare l'arrivo del nuovo anno baciandosi sotto uno dei suoi rami.
Secondo un'antica credenza, infatti, se si passa in coppia sotto il vischio, ci si deve baciare: se una ragazza non riceve questo bacio rituale non si sposerà l'anno successivo.
Altre tradizioni legate al vischio
Per le popolazioni celtiche, che lo chiamavano oloaiacet, era considerato pianta sacra, benedetta e dono degli dei. Il suo nome in celtico significava “colui che guarisce tutto”. Oltre a essere prescritto per curare ogni malattia, secondo i celti era il simbolo della resurrezione, della sopravvivenza della vita alla morte, che teneva distanti disgrazie e sventure, portando in cambio fortuna e serenità. Per raccogliere e usare il Vischio si attuavano, infatti, una serie di cerimonie volte a celebrare la sopravvivenza dello spirito alla morte fisica.
Per gli antichi Romani il vischio era sacro a Proserpina, la dea della primavera costretta a trascorrere sei mesi all’anno nel mondo nel regno sotterraneo di Ade, suo sposo.
Tradizioni e curiosità sul vischio
Nonostante la tradizione di appendere un rametto di vischio al collo o sulla porta di casa, così come quella di baciarsi sotto a una pianta raccolta e appesa in luogo di passaggio, siano molto antiche è solo intorno alla fine del Diciottesimo secolo che i britannici hanno iniziato ad appendere il vischio come celebrazione del Natale.